Le carte da parati sono un classico dell’arredamento, ed è bello che nell’ultimo periodo stiano tornando, superando gli schemi della tradizione. Si tratta di una tendenza che si va sempre più consolidando, anche se manca ancora una piena consapevolezza delle potenzialità di questo mondo.

In commercio ce ne sono di vario tipo, da quelle classiche in cellulosa, ad altre in TNT, fino a quelle in carta vinilica, passando per la fibra di vetro e generando effetti molteplici: microtrame, giochi di colore, gigantografie.  Per ogni stile e per ogni scopo, un effetto. Diverso. Unico.

Si pensi che alcune carte si predispongono meglio all’ambiente casa, altre a locali commerciali. Che vadano in una direzione o nell’altra, però, il valore aggiunto è lo stesso: l’infinita possibilità di personalizzazione. Le carte da parati assicurano carattere, danno un timbro a ogni spazio, facendo risaltare persino i mobili.

Oggi, tra le tendenze che vanno per la maggiore, annoveriamo disegni di natura o foglie molto grandi, come se fossero gigantografie. Quest’ultima tipologia ben si adatta alle pareti libere. Quelle con microtrama o fantasia geometrica e colore non invadente, invece, danno risalto, per esempio, alla testata del letto o alla parete attrezzata.

Sono tante le persone che mi chiedono lumi sull’uso delle carte da parati e tendo sempre a consigliarle. Tempo fa, ho avuto un’esperienza stranissima. Una cliente era restia, non ne avrebbe mai messa una in casa. Almeno così diceva all’inizio. Sapete com’è andata? Alla fine ha rivestito tutta la casa con carte da parati, persino disimpegno e corridoio.

Una situazione abbastanza singolare, ma soprattutto esemplare. Spesso ho a che fare con clienti che quasi si mettono sulla difensiva. Hanno paura di osare, sbagliare, e per certi versi li capisco. Ma lì entra in gioco l’esperienza e la competenza del designer, che deve formare e informare. Una volta che i dubbi lasciano spazio alla conoscenza, il cliente non a caso si lascia andare.

Tra i luoghi comuni che più vanno smontati, c’è il fatto che non siano resistenti. Non è assolutamente così. Molto spesso, per esempio, ho montato carte da parati anche sui mobili. In qualche caso sono stata restia a posizionarle su porte o ante, ma solo laddove non permettessero una posa ottimale. Se non trova un alloggio o un sistema adeguato, infatti, le carte col tempo tendono a sollevarsi sugli spigoli. Ma al di là di questo, non ci sono minimamente problemi. Certo, vanno scelte quelle giuste. Ed è chiaro che serva progettare il mobile in un certo modo, con un lavoro di microcornice o comunque sia necessario studiare tutto perbene. Fondamentale è anche il compito del decoratore: occorre accertarsi che l’applicazione della carta da parati rispetti la ripetizione dei motivi, così come le varie “tirate” devono coincidere con il disegno.

Questione di esperienza, competenza, buon gusto. Ma la vostra casa – fidatevi – può davvero diventare un’opera d’arte.

A cura di Monica Gisondi, Designer Studio24

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